lunedì 18 febbraio 2008

World Trade Center

La Noia?... Dev'essere pazza anche lei, perché qui ci ha messo le radici. Soprattutto in questi freddi giorni viene spessissimo a trovare la mia cara amica Claustrofobia. Dopo 48 ore ho messo il naso fuori dalla cella d'isolamento e un compagno di disavventure mi si avvicina correndo. "Ehi, ho ricevuto visite" mi dice, "e mi hanno portato un film. Ho già ricevuto il permesso, vuoi vederlo con me e la scimmia?". La mia faccia si contrae in una smorfia e le parole mi schizzano via dalle labbra alla velocità della luce: "Non ho alcuna voglia di tornare nel buco per un'altro film spazzatura". Mi volto per allontanarmi, ma lui insiste: "Il direttore è in malattia!". Lo guardo e sbuffando, accetto la sua proposta. Tanto cosa possiamo fare qui dentro quando la Noia è l'unica alternativa?

Destini gemelli
Quando ho visto che Nicolas Cage è il protagonista, ho pensato che fosse il solito film d'azione, con salvataggi in situazioni estreme, volto a glorificare esageratamente il coraggio di un singolo poliziotto in quella situazione tragica. Mi sbagliavo alla grande. Il ruolo di Nicolas Cage è invece un ruolo drammatico, concentrato nel trasmettere le emozioni di un poliziotto che ha avuto il coraggio di entrare nell'inferno, ma che stava per fare la fine del topo come altre 2.700 persone. Anche se, come c'era da aspettarsi, trasmettere le emozioni non è proprio il punto forte di Nicolas Cage. Il film è lento, ma interessante. Dopo una scena molto particolare, in cui uno degli agenti intrappolati vede in controluce la figura di Gesù con una bottiglia d'acqua (di plastica) in mano, non puoi fare a meno di chiederti se questa è stata un'idea dello sceneggiatore (che nel qual caso è da rinchiudere insieme a noi), oppure fa parte dell'esperienza di uno dei protagonisti della vera storia raccontata nel film. Tra le varie locandine disponibili ho scelto questa, perché rende perfettamente la trama: due uomini che in un giorno come un altro, si ritrovano sommersi dalle macerie del corridoio che collegava le due torri. Una cosa risulta, però, completamente inverosimile: come fanno due uomini, seppelliti,bloccati e feriti per quasi 24 ore, a non dare mai di matto e a mantenere, anzi, una calma da Prozac in dosi massicce. In conclusione posso dire che a parte qualche pecca nella sceneggiatura e la scelta dell'attore protagonista, è un film che vale la pena di vedere.

Dopo il film, sulla mia branda, ho ripensato a quel giorno e alle varie versioni che mi hanno raccontato: le infermiere parlavano di un attacco terroristico e i miei compagni dicevano che il governo americano aveva fatto saltare le torri con tutta quella gente dentro. Quale che sia la verità, una cosa è certa: se qualche uomo scatena il male che c'è in lui, tanti altri rispondono con il bene, senza farsi pregare. I numeri parlano chiaro: 343 pompieri e 23 poliziotti persero la vita quel giorno, e tutto questo per salvare dalle macerie solo 20 persone. Eppure...

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