martedì 19 febbraio 2008

Parlami d'amore


Visite da fuori... finalmente qualcuno sano di mente con cui passare del tempo (... e Marina non è compresa nei sani di mente). E ovviamente cosa si fa assieme? Si guarda un film. La prossima volta allo psicologo confesserò una nuova malattia, la Cinefilia...








Non esiste una donna che non può essere conquistata...

Opera prima di Silvio Muccino alla regia, il film è tratto dal libro scritto dallo stesso Muccino insieme a Carla Evangelista. La trama, oltre alla storia sentimentale piuttosto originale e ben costruita, tratta anche vari (troppi) problemi di ordine sociale: dalla tossicodipendenza al vizio del gioco, passando per l'alcoolismo, la depressione e i traumi infantili. Dal fratello si uno dei migliori registi italiani mi sarei aspettato molto di più, e invece è riuscito nell'ardua impresa de rovinare una bella storia, a causa della voglia di concentrare troppe cose in 2 ore di pellicola. Infatti il film risulta pesante, senza scene di alleggerimento che lo rendano più godibile. I dialoghi sembrano presi in toto da un libro di poesie: bellissimi da ascoltare, ma assolutamente inverosimili. E che dire dei continui richiami ai miti del cinema, soprattutto a Kubrick, come la festa in maschera a forte stampo erotico che ricalca l'atmosfera di "Eyes Wide Shut", o la scena in cui Sasha (Muccino) si fa truccare ad un solo occhio. In quest'ultimo caso il suo volto riporta alla memoria il trucco del protagonista di "Arancia meccanica". Anche il Muccino attore non è al massimo, forse perchè risulta sempre troppo uguale a se stesso, ma a sua discolpa devo dire che i ruoli che ha interpretato sono tutti piuttosto simili. Insomma il film piacerà a chi ama i polpettoni sentimentali e non va a cercare il pelo nell'uovo.

Ho parlato del film allo psicologo, durante la mia solita seduta del mercoledì pomeriggio. Mi ha detto che mi faccio del male a guardare questi film, perchè mi fanno sognare storie romantiche che già sono inverosimili per la gente "normale", figurarsi per me qua dentro, che di storie non ne posso vivere. Maledetto regolamento. E già, è proprio un peccato perchè c'è una che mi piace. Eppure...


lunedì 18 febbraio 2008

World Trade Center

La Noia?... Dev'essere pazza anche lei, perché qui ci ha messo le radici. Soprattutto in questi freddi giorni viene spessissimo a trovare la mia cara amica Claustrofobia. Dopo 48 ore ho messo il naso fuori dalla cella d'isolamento e un compagno di disavventure mi si avvicina correndo. "Ehi, ho ricevuto visite" mi dice, "e mi hanno portato un film. Ho già ricevuto il permesso, vuoi vederlo con me e la scimmia?". La mia faccia si contrae in una smorfia e le parole mi schizzano via dalle labbra alla velocità della luce: "Non ho alcuna voglia di tornare nel buco per un'altro film spazzatura". Mi volto per allontanarmi, ma lui insiste: "Il direttore è in malattia!". Lo guardo e sbuffando, accetto la sua proposta. Tanto cosa possiamo fare qui dentro quando la Noia è l'unica alternativa?

Destini gemelli
Quando ho visto che Nicolas Cage è il protagonista, ho pensato che fosse il solito film d'azione, con salvataggi in situazioni estreme, volto a glorificare esageratamente il coraggio di un singolo poliziotto in quella situazione tragica. Mi sbagliavo alla grande. Il ruolo di Nicolas Cage è invece un ruolo drammatico, concentrato nel trasmettere le emozioni di un poliziotto che ha avuto il coraggio di entrare nell'inferno, ma che stava per fare la fine del topo come altre 2.700 persone. Anche se, come c'era da aspettarsi, trasmettere le emozioni non è proprio il punto forte di Nicolas Cage. Il film è lento, ma interessante. Dopo una scena molto particolare, in cui uno degli agenti intrappolati vede in controluce la figura di Gesù con una bottiglia d'acqua (di plastica) in mano, non puoi fare a meno di chiederti se questa è stata un'idea dello sceneggiatore (che nel qual caso è da rinchiudere insieme a noi), oppure fa parte dell'esperienza di uno dei protagonisti della vera storia raccontata nel film. Tra le varie locandine disponibili ho scelto questa, perché rende perfettamente la trama: due uomini che in un giorno come un altro, si ritrovano sommersi dalle macerie del corridoio che collegava le due torri. Una cosa risulta, però, completamente inverosimile: come fanno due uomini, seppelliti,bloccati e feriti per quasi 24 ore, a non dare mai di matto e a mantenere, anzi, una calma da Prozac in dosi massicce. In conclusione posso dire che a parte qualche pecca nella sceneggiatura e la scelta dell'attore protagonista, è un film che vale la pena di vedere.

Dopo il film, sulla mia branda, ho ripensato a quel giorno e alle varie versioni che mi hanno raccontato: le infermiere parlavano di un attacco terroristico e i miei compagni dicevano che il governo americano aveva fatto saltare le torri con tutta quella gente dentro. Quale che sia la verità, una cosa è certa: se qualche uomo scatena il male che c'è in lui, tanti altri rispondono con il bene, senza farsi pregare. I numeri parlano chiaro: 343 pompieri e 23 poliziotti persero la vita quel giorno, e tutto questo per salvare dalle macerie solo 20 persone. Eppure...

mercoledì 13 febbraio 2008

30 giorni di buio


Ieri sera, come ogni sera, ci stavamo annoiando. Ma ecco una sorpresa. Il direttore del manicomio si presenta e dice:"Ho un film in anteprima per voi! 30 giorni di buio". Poi rivolgendosi a me:"Tu ne sai qualcosa, vero?" e sghignazza pensando ai miei soggiorni in cella d'isolamento. Distoglie lo sguardo e riprende a parlare al resto della ciurma:"Forse vedere tutto quel sangue vi farà rinsavire... o forse no!" e se ne va ridendo, lasciandoci a pensare che l'unico vero personaggio dell'orrore è lui.

110 minuti di buio
Dopo essermi sorbito Josh Hartnett in quella che probabilmente è la sua peggiore performance, mi sono reso conto che Sam Raimi ha solo aperto il portafogli per la produzione di questo film. La regia non ha nemmeno un briciolo del suo sarcasmo. I colpi di scena sono pochi e guidati, come è prassi ormai, da improvvisi rumori assordanti. Di sangue ce n'è in abbondanza, questo è l'unico spiegazione per averlo vietato ai minori di 14 anni, e una scena su tutte potrebbe colpire gli amanti degli splatter, una testa mozzata con tre o quattro colpi d'accetta mostrata in tutto il suo rosso splendore. I vampiri assomigliano molto più a quelli di Blade che non ai classici vampiri (come quello del video del post precedente). Il film è tratto dalla omonima miniserie a fumetti di Steve Niles e Ben Templesmith, ma benché il design della locandina possa ricordare quello di "300", questa pellicola non ha niente delle grandi trasposizioni cinematografiche dei fumetti di Frank Miller, come il già citato "300" e "Sin City". Una cosa si salva (e forse sono troppo buono...): gli effetti speciali, curati dalla Weta Workshop, la quale ha lavorato nientepopodimeno che a Il Signore degli Anelli. Comunque nella mia magnanimità vi offro una chance. Potete andare a vedere il film al cinema... oppure conoscere il finale grazie al filmato qui di seguito.

Dopo il film ho ripetuto al direttore una frase che mi è rimasta impressa: "Mi piace la carne cruda, è un problema? I miei gusti non ti vanno bene?". Ora mi ritrovo a contare i cuscinetti che tappezzano le pareti della cella d'isolamento, per l'ennesima volta. Eppure...

martedì 12 febbraio 2008

Uomini o donne

Un saluto a tutti voi che siete pazzi e non lo sapete, a voi che girate a piede libero mentre io sono qui dentro. Lo so, sono scomparso per cinque lunghi mesi... cercate di capirmi, l'elettroshock fa questo ed altro. Ma appena mi sono ripreso, io con vecchi e nuovi compagni di questa grande ala del manicomio, ho dato vita allo spettacolo più trans dell'anno. Maria de Filippi vale al massimo quanto il baffo disegnato di Marina. Spero vi piaccia. Se invece non vi garba, sparate a zero, tanto sono qui per soffrire. A voi non resta altro che guardare e indovinare chi sono i tronisti e chi le corteggiatrici (o viceversa?). Eppure...