mercoledì 13 febbraio 2008

30 giorni di buio


Ieri sera, come ogni sera, ci stavamo annoiando. Ma ecco una sorpresa. Il direttore del manicomio si presenta e dice:"Ho un film in anteprima per voi! 30 giorni di buio". Poi rivolgendosi a me:"Tu ne sai qualcosa, vero?" e sghignazza pensando ai miei soggiorni in cella d'isolamento. Distoglie lo sguardo e riprende a parlare al resto della ciurma:"Forse vedere tutto quel sangue vi farà rinsavire... o forse no!" e se ne va ridendo, lasciandoci a pensare che l'unico vero personaggio dell'orrore è lui.

110 minuti di buio
Dopo essermi sorbito Josh Hartnett in quella che probabilmente è la sua peggiore performance, mi sono reso conto che Sam Raimi ha solo aperto il portafogli per la produzione di questo film. La regia non ha nemmeno un briciolo del suo sarcasmo. I colpi di scena sono pochi e guidati, come è prassi ormai, da improvvisi rumori assordanti. Di sangue ce n'è in abbondanza, questo è l'unico spiegazione per averlo vietato ai minori di 14 anni, e una scena su tutte potrebbe colpire gli amanti degli splatter, una testa mozzata con tre o quattro colpi d'accetta mostrata in tutto il suo rosso splendore. I vampiri assomigliano molto più a quelli di Blade che non ai classici vampiri (come quello del video del post precedente). Il film è tratto dalla omonima miniserie a fumetti di Steve Niles e Ben Templesmith, ma benché il design della locandina possa ricordare quello di "300", questa pellicola non ha niente delle grandi trasposizioni cinematografiche dei fumetti di Frank Miller, come il già citato "300" e "Sin City". Una cosa si salva (e forse sono troppo buono...): gli effetti speciali, curati dalla Weta Workshop, la quale ha lavorato nientepopodimeno che a Il Signore degli Anelli. Comunque nella mia magnanimità vi offro una chance. Potete andare a vedere il film al cinema... oppure conoscere il finale grazie al filmato qui di seguito.

Dopo il film ho ripetuto al direttore una frase che mi è rimasta impressa: "Mi piace la carne cruda, è un problema? I miei gusti non ti vanno bene?". Ora mi ritrovo a contare i cuscinetti che tappezzano le pareti della cella d'isolamento, per l'ennesima volta. Eppure...

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